



Cappella “B.V. Maria Addolorata” – Ospedale “Moriggia Pelascini”
GRAVEDONA
La storia dell’Ospedale “Moriggia Pelascini ” ha origine da una delle sette Opere di Misericordia, “Visitare gli infermi”, vissuta con mirabile carità da suor Fede Passoni (1868-1947 al secolo Angela), infermiera entrata nella famiglia delle Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda (CR) nel 1898. Nell’estate del 1899 fu inviata dal suo fondatore, San Francesco Spinelli (1853-1913), a Gravedona per assistere la signora Maria Rossi, moglie di Onorato Aggio Mattone, che era malata da tempo. Onorato Aggio Mattone (1826-1914) era il ricco proprietario di una osteria, posta nei pressi del “Molo Vecchio” di Gravedona, “uomo facile alla collera, contrario alla religione, danaroso ma malvisto da tutti perché usuraio.” Alla morte della moglie, la cura e le attenzioni che Suor Fede aveva avuto per l’ammalata, suggerirono al signor Aggio Mattone l’idea di mettere la sua casa a disposizione delle suore Adoratrici, perché potessero assistere, con lo stesso amore, gli altri ammalati e anziani di Gravedona. Padre Spinelli considerò positivamente la proposta e finalmente, il 14 febbraio 1900 fu firmato l’atto notarile col quale le Suore Adoratrici acquisivano le proprietà del signor Onorato per 5.000 lire, impegnandosi ad assisterlo e dando inizio alla cura degli ammalati e anziani nel piccolo ospedaletto, che fu dedicato S. Giuseppe.
il piccolo Ospedaletto di S. Giuseppe, incastonato tra le case del “Molo Vecchio” iniziò ad operare a favore dei malati, divenendo un focolare di amore cristiano, sempre alimentato dalla preghiera delle suore, che avevano ricavato, dal salone di una vecchia osteria la loro piccola chiesetta (oggi chiesa del SS. Crocifisso), benedetta il 1 gennaio 1901, e dedicata a San Giuseppe e San Gaetano.
Nel 1928 una delle Suore assistette durante la sua ultima malattia la Signora Maria Moriggia, vedova di John Pelascini. La signora, senza figli è l’unica erede della grande fortuna del marito, nato e cresciuto a Londra, da emigranti originari di Stazzona, e morto prematuramente nel 1920. La grande e signorile casa di via Suganappa, diviene così una casa di riposo per anziani. Nel 1930 viene chiuso l’Ospedaletto di San Giuseppe, divenuto ormai insufficiente per le numerose richieste di assistenza, nell’unica struttura sanitaria che si trova allora sulla sponda occidentale del lago: si inaugura la nuova sede, in via Dante (attuale casa delle suore che prestano assistenza spirituale in Ospedale). Nel 1950, si inaugura una nuova struttura, poi ampliata nel 1967-1969 con l’attuale corpo centrale dell’Ospedale nel quale di trova la chiesa.
Progettata dall’architetto milanese Marcello Grisotti (1919-2012), si trova nel piano seminterrato del nuovo corpo centrale dell’Ospedale. L’ingresso è scandito da un piccolo porticato aperto sul giardino interno, che ne permette l’accesso anche dall’esterno dell’Ospedale. L’aula liturgica, divisa in tre ideali navate (una delle quali è sopraelevata), ricorda una cripta ed è illuminata dalla grande vetrata di fondo a maglie quadrate. Le pareti interne sono rifinite in cemento strollato, racchiuse da angolari in ferro, e contrapposte ai pavimenti e le zoccoloture in cotto. L’area presbiterale, presenta una grande mensa in marmo nero, posta su una predella rifinita con maioliche: a lato l’ambone in cotto, purtroppo inutilizzato. Dietro l’altare si trova una copia della tela “La Pietà“, di autore seicentesco un tempo nella cappella e poi trasferita a Rivolta d’Adda. Sul pilastro dell’ambone una piccola ed antica statua della Beata Vergine Addolorata a cui è dedicata la chiesa.
Sul lato sinistro, accanto all’ingresso, ad un livello più basso la cappella battesimale, ora riconvertita e dedicata al Santo fondatore, Francesco Spinelli, canonizzato nel 2019.






