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Chiesa di S. Abbondio
La chiesa, detta anche di Santa Maria del Ponte, è descritta come edificata di recente negli atti di visita di Giovan Battista Albrici Pellegrini del 1764 e risulta di patronato di Giacomo Antonio Curti Maghini. È dono dei Curti Maghini la reliquia di sant’Abbondio contenuta in un piccolo reliquiario presente in sacrestia.
La chiesa, che è affiancata da un bel campaniletto, ha una struttura particolare che associa due spazi: l’aula e il vestibolo, separati da un arcone e coperti con calotte raccordate a pilastri sagomati terminanti con duplice cornice in stucco. Sopra l’altare in marmi policromi con grandi volute laterali e, al centro, una corona alludente alla regalità di Maria, è presente una quadratura simulante un’ancona riccamente decorata entro un sontuoso presbiterio barocco con colonne marmoree laterali, ornate di fiori, e cupola sovrastante. Nell’ancona è affrescata la Madonna con il Bambino e i santi Vincenzo e Rocco. Il Bimbo posa la mano protettiva sul capo di san Vincenzo, mentre san Rocco in atteggiamento devoto mostra i bubboni della peste sollevando un lembo dell’abito, accanto al cane che gli porta il cibo, suo tipico attributo.
Le due nicchie laterali contengono le statue lignee del titolare, Sant’Abbondio, e di Santa Barbara, patrona dei marinai.