



Chiesa di S. Gregorio Magno
CONSIGLIO DI RUMO
Le origini della chiesa non sono note ma l’ubicazione in prossimità della Strada Regina ne farebbe supporre l’esistenza in epoca remota. La parte più antica giunta fino a noi è l’abside di chiara impronta romanica, rivolta ad est. Una pergamena del 1242 riporta che Consiglio doveva la decima alla chiesa plebana di Gravedona.
La chiesa di San Gregorio Magno è citata ancora in due pergamene del 1374 e 1378; la sua elevazione a parrocchia, staccandosi dalla pieve di Dongo dalla quale dipendeva, risale al 30 giugno 1590 per volontà del vescovo Feliciano Ninguarda.
Il vescovo Ninguarda durante la visita pastorale del 9 novembre 1593 la descrive: “…è edificata in una sola nave tutta soffittata, ha una capella di mezza volta all’oriente pinta con il Salvatore et li quatro evangelista su alto et altre pitture diverse, nella quale vi è un altaro consacrato sotto titulo de S.to Gregorio e S,to Apollinaro, cinto da cancelli… Passata la sacristia vi è il campanile… alto et bello con due campane sopra… vi sono due porte, la magiore che ha un atrio davanti…“. L’impianto architettonico attuale e la torre campanaria risalirebbero al XV sec., come dimostra una lapide murata sul fianco meridionale (1520).
L’interno è a navata unica con archi trasversi, la soffittatura, a falde inclinate, è con travatura lignea a vista. Entrando, a sinistra, si incontra il fonte battesimale, protetto da un tempietto secentesco ornato da stucchi. Lungo il fianco, dove anticamente era documentato un altare dedicato a S. Giuseppe, è ora posta una statua lignea del patrono S. Gregorio; segue l’organo, realizzato nel 1760-1761 da Andrea Luigi Serassi, provvisto di cantoria lignea pregevolmente arricchita da putti-cariatidi. Sotto la cantoria è posta un’altra statua lignea con S. Giuseppe col Bambino che corredava il soppresso altare già menzionato.
Sulla parete presso il presbiterio è appesa una bella tela del XVII secolo, di scuola lombarda, raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Bernardo, Antonio Abate e Margherita.
Degno di nota è l’arco trionfale, riccamente decorato con stucchi, affreschi e tele. A sinistra vi è l’altare in stucco, dedicato alla Madonna del Carmelo: nella nicchia vi è una statua lignea del XVII secolo. Sul lato destro è posto in forma simile, l’altare del Sacro Cuore, già del Santo Crocifisso.
Il programma iconografico dell’arco trionfale presenta il tema della Salvezza: al centro vi è il busto del Padre Eterno, affiancato dagli angeli, che suonando le trombe chiamano a raccolta per il Giudizio Finale. Le storie della Genesi, ricordano l’origine del peccato. A sinistra, Il Peccato di Adamo ed Eva, ingannati dal Serpente; a destra La cacciata dall’Eden. Le due tele poste sopra gli altari sono da leggere in rapporto agli affreschi: L’Annunciazione pone fine al peccato originale; La Vergine Maria incontra con il Risorto, ci ricorda che la salvezza è definitivamente garantita dall’incontro con il Risorto.
Nel coro troviamo affreschi del XV e XVI, alcuni dei quali firmati da Stefano da Vergosio (località presso Stazzona) e sua bottega: tra di essi, numerosi santi, tra cui S. Lucia, S. Sebastiano, S. Gregorio Magno, ed entro una nicchia, la Beata Vergine Maria, circondata da Santi.
Nella decorazione seicentesca, sovrapposta a quella del ‘400, entro cornici di stucco i quattro Evangelisti, con i loro simboli, e i santi patroni della parrocchia S. Gregorio Magno, papa e S. Apollinare, vescovo. Sulle pareti laterali, due ampi teleri, purtroppo di difficile lettura: a destra l’Adorazione dei Pastori e l’Adorazione dei Magi. Al centro della parete absidale un ampio affresco, con funzione di pala, raffigurante L’ultima cena. Sulla volta al centro L’Incoronazione della Vergine. A sinistra La Resurrezione di Cristo, e L’Ascensione. L’intero ciclo dell’arco trionfale e del presbiterio è firmato da Carlo Pozzo di Valsolda, e realizzato nel 1659. Resti delle pitture citate dal vescovo Ninguarda sono conservate nell’abside antica, murata nel XVII sec., alla quale si accede dietro all’altare.
Nelle vetrate, sopra il presbiterio è raffigurato il patrono S. Gregorio Magno con due Angeli . La vetrata posta in controfacciata rappresenta la Crocifissione di Gesù con accanto la Madonna e S. Giovanni Evangelista; quest’ultima è datata 1980, opera dello studio Berger di Milano.
Sul lato meridionale degna di note è la piccola tela dell’Adorazione dei Pastori.




