Inaugurato il 9 agosto 2025, dopo il restauro (dicembre 2022 – febbraio 2025)
«Laudate Eum in chordis et organo», è il versetto del salmo 150, l’ultimo dell’intero Salterio che invita alla lode con la voce e con tutti gli strumenti che l’ingegno umano ha costruito nella sua storia. In fondo la vita dell’uomo raggiunge la sua pienezza solo se siamo capaci di rendere lode a Dio per le sue meraviglie. Uno dei prefazi comuni che la Liturgia offre alla nostra preghiera si rivolge a Dio padre dicendo: «Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva, per Cristo nostro Signore». Quanto sono vere queste parole! Dio nella sua magnificenza non ha bisogno della nostra lode, dei nostri canti e nemmeno della nostra musica! Ma come potrebbe essere “bella” la nostra preghiera, se fosse pronunciata con l’intonazione del canto, e senza il supporto della musica.
Mi ha colpito, qualche mese fa, quando il nostro organo ha ricominciato timidamente a suonare dopo oltre due anni di silenzio, i ringraziamenti di un gruppo di fedeli rumeni, stupefatti di aver sentito suonare un vero organo. Anche il Concilio Vaticano II afferma nella Costituzione sulla Liturgia: « Nella chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, come strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere mirabile splendore alle cerimonie della chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle realtà supreme ». È davvero impareggiabile l’uso dell’Organo a canne nelle celebrazioni della Chiesa, che evidentemente accoglie e promuove la musica anche attraverso altri strumenti: ma resta all’organo il ruolo di “Re degli strumenti ”, proprio perché è uno strumento che in un certo senso li riassume tutti.
Siamo pertanto felici di inaugurare, dopo tanta attesa, il nostro maestoso organo “Ermolli” che torna ad accompagnare in modo solenne la nostra Liturgia. Siamo lieti di farlo nell’anno del Giubileo e dopo centotrent’anni dalla sua inaugurazione, seguita al gesto di grande generosità di Paolo Peroni (1820-1891) che volle donare alla sua chiesa parrocchiale un nuovo, grande e maestoso organo.
Si può davvero considerare uno dei vanti di Gravedona e di tutta la Comunità Pastorale, conservare nelle nostre chiese moltissimi strumenti musicali di grande qualità, che permettono di fare un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte organaria con le opere di grandi costruttori come Antegnati, Prati, Serassi, Mascioni ed appunto Ermolli, solo per citare i più noti.
«Lodate il Signore sulle corde e … con i flauti»: con i flauti certo, perché sebbene l’organo abbia tastiera e pedali resta uno strumento ad aria! Uno strumento – ad aria – regale e maestoso che per realizzare l’imperativo del Salmo 150 ha bisogno ancora di due fondamentali necessità: chi lo suona, e speriamo che qualche giovane musicista si appassioni a questo strumento per farcelo gustare in tutta la sua ampiezza; e di tutti noi, che siamo chiamata ad accompagna il suo suono con la lode e con il canto!
Gravedona, 6 agosto 2025
Don Francesco Marinoni, Arciprete di Gravedona





