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La chiesa dei SS. Nabore e Felice
La chiesa, situata nella frazione di Negrana, ha origini antiche, come indica la dedicazione ai santi martiri Nabore e Felice, le cui reliquie furono sottratte a Milano, insieme a quelle dei Magi, durante la conquista della città da parte di Federico Barbarossa e trasportate a Colonia nel 1164.
Presentata sommariamente dal Ninguarda (1593) come edificio a una sola navata con soffitto a cassettoni e piccola abside semicircolare senza ancona ma con la raffigurazione degli Apostoli, la chiesa viene successivamente in parte ristrutturata. Nella relazione della visita pastorale del vescovo Bonesana del 1707 la navata ha ancora “soffitto antico”, tranne l’abside che è a volta e mostra dipinti sopra l’altare i santi titolari, a destra e a sinistra dell’immagine della Beata Vergine affrescata con altri Santi.
La parete di fondo della cappella maggiore subisce un rifacimento poco oltre la metà del Settecento, con una conseguente ridipintura a fresco che, solo in parte, riprende i soggetti raffigurati in precedenza. Gli affreschi attualmente visibili con l’Incoronazione della Vergine nel catino absidale e i due Patroni ai lati della statua di Cristo alla colonna, posta nella nicchia sopra l’altare, sono attribuiti al pittore comasco Giambattista Rodriguez, attivo nel 1754 nella cappella di S. Giuseppe della chiesa dei SS. Eusebio e Vittore di Peglio.
L’altare maggiore settecentesco è in marmi policromi e presenta, nel clipeo centrale, due rami di palma con la corona, simboli del martirio e della glorificazione dei santi martiri titolari, che vengono invocati anche in una scritta del medaglione entro cornice sagomata della cimasa del bel portale, eretto nel 1768.
Documenta l’emigrazione degli abitanti di Negrana a Palermo la tela sulla parete sinistra del presbiterio raffigurante la Madonna del Rosario tra santi, copia dell’omonima pala di Carlo Maratta presente nell’oratorio del Rosario in Santa Cita del capoluogo siculo: tra i santi rappresentati sono anche le due compatrone di Palermo santa Rosalia e santa Oliva.